Lezione di politica

Pierino torna a casa e chiede al padre di aiutarlo con i compiti. Deve scrivere un tema su che cosa è la politica.

“Allora Pierino,” comincia il padre, “te lo spiego con una metafora: io che lavoro e porto a casa i soldi sono il capitalista, tua madre che li amministra è il governo, la donna delle pulizie è la classe operaia, tu che ormai hai qualche voce in capitolo sei il popolo, tua sorella che è appena nata è il futuro.”

Pierino tutto contento scrive il suo tema. La notte stessa viene svegliato dal pianto della sorellina, si alza e la trova nel lettino senza pannolone e tutta sporca di pupù. Allora va in camera dei suoi genitori, dove trova però sua madre che russa come un trattore e non si sveglia neanche a chiamarla forte, non c’è traccia del padre. Allora scende nella camera della donna delle pulizie, ma dalla porta socchiusa vede il padre che se la sta scopando alla pecorina e preferisce non entrare. Deluso torna a letto.

La mattina dopo la maestra vede che Pierino sta ancora scrivendo il suo tema: “Pierino, non hai finito i compiti a casa?”

“No, ecco l’ho appena finito.”

“Allora leggilo a tutta la classe.”

Pierino si alza e legge: “Cosa è la politica: i capitalisti fottono la classe operaia, il governo dorme, il popolo è l’unico ad accorgersi che il futuro è nella merda ma non lo ascolta nessuno!”

Chi ha detto…?

Primo giorno di scuola in una scuola Americana. La maestra presenta alla classe un nuovo compagno arrivato in USA da pochi giorni: Sakiro Suzuki (figlio di un alto dirigente della Sony).

Inizia la lezione e la maestra dice alla classe: “Adesso facciamo una prova di cultura. Vediamo se conoscete bene la storia americana. Chi disse: Datemi la libertà o datemi la morte?”

La classe tace, ma Suzuki alza la mano. Davvero lo sai, Suzuki? Allora dillo tu ai tuoi compagni!”

Fu Patrick Henry nel 1775 a Philadelphia!”

“Molto bene, bravo Suzuki! E chi disse: Il governo è il popolo, il popolo non deve scomparire nel nulla?”

Di nuovo Suzuki in piedi. “Abraham Lincoln nel 1863 a Washington!”

La maestra stupita allora si rivolge alla classe: “Ragazzi, vergognatevi, Suzuki è giapponese, è appena arrivato nel nostro paese e conosce meglio la nostra storia di voi che ci siete nati!”

Si sente una voce bassa bassa: “Vaffanculo ‘sti bastardi giapponesi!”

“Chi ha detto questo?” Esclama la maestra.

Suzuki alza la mano e senza attendere risponde: “Il generale Mac Arthur nel 1942 presso il Canale di Panama e Lee Jacocca nel 1982 alla riunione del Consiglio di Amministrazione della General Motors a Detroit.”

La classe ammutolisce, ma si sente una voce dal fondo dire: Mi viene da vomitare!”

“Voglio sapere chi è stato a dire questo!!” Urla la maestra.

Suzuki risponde al volo: “George Bush Senior rivolgendosi al Primo Ministro Giapponese Tanaka durante il pranzo in suo onore nella residenza imperiale a Tokyo nel 1991”

Uno dei ragazzi allora si alza ed esclama scazzato: “Socmel!”

“Adesso basta! Chi è stato a dire questo??” Urla la maestra.

Suzuki risponde imperterrito: “Bill Clinton a Monica Lewinsky nel 1997 a Washington, nello Studio Ovale della Casa Bianca.”

Un altro ragazzo si alza e urla: “Suzuki di merda!”

E Suzuki: “Valentino Rossi rivolgendosi a Ryo al Gran Premio del Sudafrica nel Febbraio 2002!”

La classe esplode in urla di isteria, la maestra sviene.

Si spalanca la porta ed entra il preside: “Cazzo! Non ho mai visto un casino simile!”

“Silvio Berlusconi, Ottobre 2002 nel sua villa di Arcore dopo aver visto la finanziaria di Tremonti.”





L’importanza della puntualità in politica

In parrocchia si stava facendo una cena in onore del parroco per i suoi 25 anni di assiduo lavoro pastorale. Un politico, membro della comunità, fu invitato a tenere un discorso.

Poiché il politico tardava ad arrivare, il sacerdote decise di dire qualche parola per riempire il tempo e disse: “La prima impressione della Parrocchia l’ebbi con la prima confessione che mi toccò ascoltare. Pensai che il Vescovo mi aveva mandato in un luogo terribile perché la prima persona che si confessò mi disse che aveva rubato un televisore, che aveva rubato del denaro ai suoi genitori, che aveva rubato anche all’impresa nella quale lavorava, che aveva avuto relazioni poco pulite con la moglie del suo capo e altre del paese…, e che si dedicava anche al traffico e alla vendita di droga. Restai esterrefatto e impaurito…. Però, con il trascorrere del tempo, ho conosciuto molta gente e ho constatato che le persone non erano tutte così. Ho visto una parrocchia di gente responsabile e con valori morali. Così ho vissuto i 25 anni più belli del mio sacerdozio.”

In quel momento arrivò il politico il quale prese la parola. Chiese scusa per essere arrivato in ritardo e cominciò a parlare dicendo: “Non dimenticherò mai il primo giorno che è arrivato il Padre nella nostra Parrocchia….. io ho avuto l’onore di essere il primo che si è confessato da lui….”





La scelta politica

Un uomo, indeciso su quale partito votare, chiede aiuto ad un amico sindacalista: “Per chi voterai alle prossime elezioni? Destra o sinistra?”

“Nessuno dei due.” Risponde l’amico. “Voterò per il Partito Omosessuale.”

“E perché? Ti piace la loro linea politica?”

“No.” Risponde sconsolato il sindacalista. “Ma tanto non importa per chi voti: va sempre a finire che lo prendi in culo dai politici. A questo punto, preferisco che a farlo siano dei professionisti del settore…”